Chirurgia del piede

1. CHIRURGIA DEL PIEDE

L’intervento chirurgico del piede

Intervenire chirurgicamente su piede e caviglia si rende necessario nei casi di alluce valgo, artrosi caviglia, alluce rigido, fascite plantare, dito a martello.
Tra le cause principali che portano alla necessità di intervenire chirurgicamente ci sono: artrosi, traumi, sforzi e sollecitazioni eccessivi, processi degenerativi congeniti e/o dovuti all’avanzare dell'età.

Alluce rigido


Con il termine di alluce rigido si definisce una diminuzione della mobilità a livello della prima articolazione metatarsofalangea con deformità artrosica e dolore più o meno accentuato in tale sede . L’approccio chirurgico rimane la scelta consigliata nella terapia dell’alluce rigido.

Fascite plantare


Le fasciti plantari sono affezioni della pianta del piede, che spesso colpiscono lo sportivo e che possono comparire negli sport che comportano spinte o salti quali l’atletica leggera, la ginnastica e la danza.

Con il termine fascite s’intende l’infiammazione di una fascia anatomica. Nel caso specifico della fascite plantare si fa riferimento ad un processo infiammatorio del cosiddetto “legamento arcuato” altrimenti denominato “aponevrosi plantare”, che è una fascia fibrosa che decorre in avanti dalla zona mediale del calcagno sino a fondersi con i legamenti che s’inseriscono sulle dita.

La fascite plantare può colpire sia gli uomini che le donne. Tuttavia, più spesso colpisce uomini attivi in età compresa tra i 40 e i 70 anni. È uno dei disturbi ortopedici più frequenti relativi al piede

Artrosi caviglia


L’artrosi alla caviglia può insorgere per il naturale invecchiamento della cartilagine o come conseguenza di un trauma (una frattura della caviglia) o di altre patologie, come per esempio quelle reumatiche.

Pertanto è una patologia che interessa soprattutto le persone anziane: la cartilagine infatti, con l’avanzare dell’età, va incontro a processi degenerativi. Quando è però conseguenza di trauma alla caviglia può colpire anche persone più giovani.

Tra i fattori di rischio che possono agevolare l’insorgenza della patologia:

  • il cattivo allineamento dell’articolazione, che causa un’eccessiva usura della cartilagine;
  • la ripetizione di traumi o microtraumi dovuti – per esempio – all’attività sportiva o lavorativa, con conseguente usura della cartilagine.

In caso di artosi di caviglia, si procede con un intervento di "stabilizzazione dell'articolazione", posizionando un chiodo in titanio all'interno dell'articolazione stessa, accetendo dal tallone.
Una volta terminato l'intervento, il paziente dovrà deambulare fuori carico fino al controllo radiografico che normalmente avviene a 30 giorni dall'intervento stesso. Il paziente dovrà indossare un tutore articolare del tipo "Walker".